Mi sembra doveroso, inserire un breve quadro riguardo le festività, diverse dalla canoniche cristiane e ricordarne altre: quelle Celtiche.
Quello celtico è un complesso esempio di calendario luni-solare, adatto sia all'uso quotidiano sia all'uso liturgico.
Appartenenza alla Natura: scoprirai che il ciclo annuale dei Celti e di tutte le tradizioni native (nativi americani, amerindi, australiani, etc.) viene scandito con rituali e feste appropriate alla stagione che si sta attraversando, armonizzando così con il Grande Ciclo della Vita da sempre presente in natura.
Metà Oscura e Metà Chiara
Il calendario celtico si suddivide in due semestri: uno “invernale”, collegato all’inizio della Metà Oscura dell’anno, e l’altro “estivo”, collegato all’inizio della Metà Chiara. Anche i mesi celtici iniziavano con ATENOUX, la Metà Oscura, che rappresenta il Rinnovamento. Per gli antichi Celti il giorno iniziava al tramonto del sole, ecco perché troverai segnalate le celebrazioni sempre “a cavallo” fra due giornate.
Le quattro grandi Festività celtiche
I Celti celebravano quattro grandi festività annuali legate ai cicli della Natura e alle sue stagioni: Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh. Erano chiamate anche «Feste del Fuoco» perché in queste occasioni avveniva l’accensione di un fuoco druidico rituale. Consistenti tracce di queste antiche celebrazioni si ritrovano nella cultura popolare e contadina di tutta Europa e si celebrano in varie forme ancora oggi.
Halloween - Samhain
Oggi, con Halloween, conosciamo solo la veste giocosa e commerciale di una festività sacra antichissima: Samhain (da sam-fuin = fine dell’estate). Per i Celti questa festività segnava il Capodanno Celtico, importante momento di passaggio nel calendario agricolo e pastorale, legato al ciclo delle stagioni. Proprio in questo periodo dell’anno la terra ha dato i suoi frutti e si prepara all’inverno: i rituali celtici prevedevano il ringraziamento per il raccolto e la preparazione spirituale al ciclo successivo (semina). A Samhain si aprivano le porte fra il Regno dell’Aldiqua e l’Altromondo, un “aldilà” territorio del fatato, del divino e residenza dei defunti. Nella notte di Samhain secondo la tradizione celtica cadevano le barriere: vivi e morti potevano passare dall’uno all’altro dei due Regni.Dalla tradizione celtica attingono molti riti e usanze del folclore oggi dedicati ai Santi e ai nostri defunti. Halloween prende infatti il nome da “All Hallows’ Eve” (la sera della vigilia, eve = vigilia), e si festeggia nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre. In questa occasione ci si prepara alla festa cristiana di Ognissanti, che cade il 1° novembre, e alla giornata dedicata ai Morti del 2 novembre.
Imbolc
Sappiamo che l’anno celtico era diviso in due metà e le due “porte” della natura (rappresentate da Samhain e Beltane) introducevano rispettivamente alla parte oscura dell’anno e alla parte luminosa. Imbolc, che per tradizione si celebra nella notte fra il 31 gennaio e il 1° febbraio, scandisce il tempo intermedio fra buio e luce, è una fra le quattro festività principali dei Celti e celebra ritualmente l’arrivo della primavera.La scelta del freddo e ghiacciato febbraio come inizio della primavera si spiega con le concezioni spirituali più profonde degli antichi Celti, per i quali ogni cosa iniziava nell’oscurità e veniva generata nei luoghi più intimi e nascosti, nel ventre profondo della Dèa. Lo spirito vitale della primavera si accende infatti in segreto mentre l’inverno, con il suo manto di freddo e di neve, ancora copre la terra. C’è un proverbio – “sotto la neve pane, sotto la pioggia fame” – che illustra molto bene lo stato di maternità della natura in questo periodo: i semi stanno per germogliare sottoterra, la pioggia a causa delle gelate potrebbe comprometterli o distruggerli, la coltre di neve invece funge proprio da coperta e protegge i piccini, che pian piano iniziano a nascere nel grembo di Madre Terra. Come nella terra, anche nello spirito umano germoglia la corrente vitale e la speranza e ci prepariamo per accogliere il risveglio della natura.
Beltane
C’è chi la chiama Beltane, chi Bealtain o Beltaine, nell’est europeo viene chiamata Beltine. Nota come il Calendimaggio del folklore, i pagani la chiamano anche Walpurga oppure, nei Paesi anglofoni, May Day (Giorno di Maggio). Qualcuno la celebra nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, questo perché i Celti salutavano il giorno nuovo a partire dal tramonto del sole. Per la tradizione popolare più comune e diffusa il giorno del 1° maggio è la data fatidica.
Il tempo della fine dell’inverno: Per le popolazioni celtiche Beltane segnava il tempo della fine dell’inverno e l’inizio della metà luminosa dell’anno, ed era la grande festività dedicata ai riti di fertilità e alla propiziazione dei futuri raccolti. In antichità per Beltane si spegnevano tutti i fuochi dentro le case, si preparava un grande falò rituale e con la sua fiamma si riaccendevano i fuochi domestici. Era, quello, il sacro fuoco di Bel o Belenos, importante dio celtico con attributi solari che si associa all’Apollo classico – “bel” significa “brillante” e porta la stessa radice di Belisama, la Sublime Dea “molto luminosa”. Lo ritroviamo nelle Gallie, in Britannia e in Irlanda, prende anche i nomi di Beli e Bile – quest’ultimo in gaelico significa «grande albero sacro» e nella tradizione popolare, proprio per l’occasione, si innalza il Palo del Maggio adornato da strisce di stoffa colorate.
Festa di Lughnasad: la Festa del Grano
Grazie alle feste celtiche oggi stiamo imparando a riappropriarci della dimensione magica del tempo, così come veniva vissuta negli antichi rituali pagani, per ritrovare le nostre lontane radici spirituali e comprendere miti, simboli, tradizioni, leggende, festività in relazione ad alcuni fondamentali momenti di passaggio dell'anno.In Agosto ricorre la festività celtica e pagana di Lughnasad, una festa di ringraziamento per il raccolto che viene chiamata anche “Festa del Grano”.“Lughnasad” (che troviamo scritto anche come “Lughnasadh” o “Lughnasa”, e in Irlandese moderno “Lúnasa”, il nome gaelico del mese di Agosto) è una festività che la tradizione celebra indicativamente il 1° Agosto. Questo è il periodo del raccolto dei cereali per i paesi celtici del nord Europa, dove la maturazione avveniva più tardi. Lughnasad era una delle quattro feste principali della religione celtica, l’ultima grande festività del calendario e il suo nome significa “commemorazione o assemblea di Lugh”. Secondo la tradizione dedicata a Lugh, il dio del Sole della mitologia celtica. Lugh viene chiamato con gli attributi onorifici di Lamfada, «dal Lungo Braccio» (una rappresentazione del raggio solare) e Samildánach, «dalle molte arti». Venerato poiché abile in ogni arte conosciuta, di cui è anche divino ispiratore, in questa particolare festa era celebrato come distributore di ricchezze. Per i popoli antichi queste ricchezze erano cibo per tutti, il “pane quotidiano”.
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