venerdì 30 ottobre 2009

Esoterismo: approfondimenti

Continua il viaggio internauta, volto alla conoscenza dei misteri e del "paranormale".

Questa volta il peregrinare web, mi ha portato a conoscere il sito Esopedia: l'Enciclopedia del Sapere Esoterico! URL http://www.esopedia.it/index.php?title=Esopedia

Questo bel sito, stile Wiki, è articolato su diverse aree tematiche; Tradizioni Esoteriche, Portale sulle Religioni e sulla Mitologia, Dizionari e Biografie sono organizzate in oltre 2500 articoli altamente curati.

Come il clichè impone, il contributo di tutti è essenziale allo sviluppo e all'ampiamento delle sezioni, ma sembra il tutto essere, anche se ancora in partenza, su una buona strada.
Da vedere assolutamente.

martedì 7 aprile 2009

Esoterismo: introduzione

Il WoD ha come parte del suo essere una buona dose di horror, mistero, esoterismo...
ma cosa significano tutti questi termini?

Per capirlo dobbiamo introdurne un altro, la Teosofia - cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Teosofia - che secondo la definizione italiana è la dottrina filosofico-religiosa della seconda metà del sec. XIX, che è frutto di una sintesi tra le varie credenze religiose e le scienze occulte; mira a ricondurre l'uomo alle fonti dell'antica sapienza attraverso una conoscenza esoterica della divinità.

Proprio questo termine -Esoterico- è a sua volta un contenitore di diverse informazioni...

Come districarsi nel mare di informazioni e conoscenze che questo mondo ci schiude?

Girovagando per il web, ho trovato il sito http://www.esonet.org/ che si definisce -La tradizione iniziatica tra Oriente ed Occidente-.

Sostanzialmente un portale, molto ben fatto, dove il contributo di ricercatori, dottori, scienziati è racchiuso in oltre 10.000 documenti tra schede, articoli, e-book e conta quasi 5000 iscritti.

Molto interessante è il Glossario Esoterico, e la sezione "fotografica" è un'appetibilissima fonte di mappe, simboli, e quant'altro.

Da avere tra i preferiti...

giovedì 26 marzo 2009

Alamut: la guarnigione degli Assassini


Le rovine della fortezza di montagna Alamut si trova nelle aride colline a sud del Mar Caspio , vicino Qazvin, nelle montagne di Aborz, circa a 100 km dalla città di Teheran in Iran. Il complesso degli edifici ha l´origine, secondo Hamdollah Mostowfi, nell´anno 840, a 2100m sopra il livello di mare. La fortezza ebbe solo l´unico accesso sul picco, per tale motivo era inattaccabile. Nell´anno 1090 fu invasa ed occupata dal sovrano Hashshashins. In quel periodo visse uno sviluppo enorme e diventò famosa sotto il nome Assassins. Fu famosa soprattutto per i giardini, per la sua biblioteca ed il proprio inusuale sistema di approvvigionamento d'acqua. Nell´anno 1256, il 15 dicembre, fu distrutta dal sovrano dei mongoli Hulagu Khan, come parte dell'offensiva mongola contro il sud-ovest asiatico. La fortezza di per sé stessa era inespugnabile, ma Rukn al-Din Khor-shah si arrese senza un reale combattimento, nella vana speranza che Hulagu sarebbe stato misericordioso.

La parola "assassino" si rifà al termine usato per identificare comunemente i Nizariti, ovvero gli aderenti al movimento ismailita fondato da Ḥasan-i Ṣabbāḥ che, nell'Oriente islamico dell'età delle Crociate, diede vita a una peculiare esperienza statuale ad Alamūt, nelle montagne dell'Iran centro-occidentale. Il nome assassino era usato nell'Occidente cristiano per designare i seguaci del vecchio della montagna o gran maestro degli assassini, l'Imam cui dovevano cieca obbedienza. Il nome deriverebbe da hashishiyyin,( seguace di Hasan) ma alcuni sostengono che questo termine alluda al presunto uso dell'hashish di cui si sarebbe servito il vecchio della montagna per provocare l'inebriamento dei suoi fedeli. Questa organizzazione fu una diramazione degli eretici musulmano-sciiti fondata dal persiano Hasan al-Sabbah il quale, dapprima sostenitore dei Fatimiti egiziani, divenne poi seguace di Nizar, fratello e rivale del loro capo, musta'li: egli, postosi alla testa degli ismailiti persiani, stabilì nel 1090 la propria base nella fortezza di Alamut a Nord/Est di Qazwin (Persia orientale), organizzando rigidamente la setta e combattendo con successo i sovrani musulmani ortodossi, specialmente i selgiuchidi.
Morto Hasan nel 1124, la setta perfezionò ulteriormente i suoi dogmi ereticali, perdendo, tuttavia, progressivamente potere, sinché fu abbattuta dal khan mongolo Hulagu nel 1256 e l'ultimo degli assassini, Rukn ad-din, fu condannato a morte. La setta contò fino a 60.000 membri. Uno dei suoi rami si era esteso anche in Siria, dominando empori come Aleppo, Apamea, Amida, mescolandosi alle rotte fra musulmani e crociati, parteggiando ora per questi ora per quelli, adoperando i metodi di assassinio politico istituiti dal fondatore (da qui il nome moderno di assassino nel senso di omicida). Anche questo ramo però cadde definitivamente nel 1273, ad opera di Baibars, sultano d'Egitto. Le notizie più complete sul vecchio della montagna e sugli assassini si hanno, fra le fonti occidentali, ne Il Milione di Marco Polo.

La Setta degli Assassini, adorava unamisteriosa divinità chiamata Bafometto. Per alcuni il Bafometto altro non era che il Santo Graal; prima di essere sgominati, gli Assassini lo avevano affidato ai Cavalieri Templari, che lo avevano portato in Francia verso la metà del XII secolo; e del resto Wolfram aveva battezzato "Templeisen" i cavalieri che custodivano il Santo Graal nel castello di Re Anfortas.
Se le cose fossero davvero andate così, ora il Santo Graal si troverebbe tra i leggendari tesori dei Cavalieri Templari (mai rinvenuti) in qualche sotterraneo, di qualche castello.

A sostegno di tale tesi, vengono riportate le lettere di Roncelin de Fos (Maestro di Provenza) a Richard de Vichiers nel sito http://www.templaricavalieri.it/setta_assassini.htm .

Con il titolo di Vecchio della Montagna i Crociati indicavano lo "Sheikh-el-Jebel", ovvero il "Signore della Montagna", Gran Maestro e capo carismatico di una misteriosa setta ismaelita, i cui membri, i "Fidawi", erano noti col nome di "Assassini".

Questo termine, entrato nel linguaggio comune per indicare chi commette degli omicidi, viene fatto derivare dal nome dell’"Hachisch", droga che a quei tempi era già usata in Oriente.
Si racconta, infatti, che il Signore della Montagna, usando questa droga, narcotizzasse i suoi seguaci, e li facesse trasportare in un bellissimo giardino, dove si risvegliavano, fra fiori e profumi, circondati dalle donne più desiderabili; il ricordo di questa esperienza paradisiaca, vissuta in uno stato di semi-incoscienza, doveva dare la certezza di una ricompensa ultraterrena e determinare, quindi, una totale indifferenza verso la vita, per cui gli Assassini affrontavano la morte e il dolore senza alcuna paura, anzi con gioia.
Il Signore della Montagna aveva quindi a disposizione un esercito di fedelissimi seguaci, esecutori passivi, ma temibili e inarrestabili, della sua volontà, e ne fece un impiego sistematico, soprattutto per far assassinare avversari politici e religiosi.
Ma, al di là di questi aspetti poco edificanti, ma tristemente attuali, di una pratica politica basata sull’impiego di assassini-suicidi, la vicenda del Signore della Montagna appare estremamente interessante per alcuni suoi aspetti di carattere iniziatico e per i rapporti, per nulla ostili, che la Setta degli Assassini ebbe con l’Ordine dei Cavalieri Templari.
Il fondatore della setta fu Hassan ben Sabbah, figlio di un mercante persiano e compagno di studi a Nishapur del famoso poeta Omar Khayyam. Dopo essere stato coinvolto in degli intrighi politici che lo costrinsero a fuggire precipitosamente, Hassan incontrò un vecchio Ismaelita, che lo iniziò alla "Dottrina della Retta Via", introducendolo nella "Sebayah", la "Setta dei Sette", che riconosceva come settimo ed ultimo Iman, Ismael, figlio di Jafar as-Sadik, sesto Iman sciita.
La Setta, che aveva un carattere iniziatico, era articolata in sette gradi, in cui veniva progressivamente rivelata una dottrina segreta, basata sulla conoscenza dei significati nascosti dei Testi sacri. Al Cairo, Hassan fu iniziato al grado più alto, e sembra che qui venisse a conoscenza dei segreti connessi all’uso dell’"hachisch".
Dopo essere dovuto fuggire dal Cairo, e dopo aver a lungo viaggiato, giunse presso Rudbar, fra le montagne a sud del Mar Caspio, e qui si impadronì della rocca di Alamut (Iran), il "Nido dell’Aquila", che diventò il centro del suo potere, e il cui nome viene anche interpretato come "l’Insegnamento dell’Aquila".

lunedì 16 marzo 2009

Il Dizionario dello Scettico

Nel mio peregrinare in giro per la rete, mi sono imbattuto nel sito
Sebbene esso sia solo una piccola costola dell'anglofono SkepDic.com nella sua versione italiana a cura di Dario Ventra, offre interessanti spunti di riflessione in molteplici argomenti.
Degno di nota, il link http://www.cicap.org/enciclop/index.htm all'Enciclopedia del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), allo scopo della promozione di un'indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale.

E' ovvio, nessuno è tenutario delle risposte, per cui se cercate il detentore della verità, vi conviene cercare altrove. Ciò che questo sito stimola è la curiosità alla conoscenza ed alla discussione, nel fondamento per cui alla fine, prima o poi, le risposte emergeranno da sole.
Poichè sono dentro in ogniuno di noi.

martedì 3 marzo 2009

Fantasmi

Girovagando per il web, mi sono imbattuto in un sito piuttosto interessante :





Il titolo la dice lunga, definendosi "la prima mappa online dei fantasmi d'Italia". Aggiornato con buona cura, esso contiene diverse sezioni tra cui una fornita "biblioteca" circa il fenomeno, raccolte di esperienze e testimonianze, materiale forografico, nonchè una sezione "Legal" per chi volesse tentare l'indagamento dell'occulto.
Chissà se anche nella vostra zona si nasconde qualcosa.....
Da visitare assolutamente.

martedì 17 febbraio 2009

Mike: La leggenda del pollo senza testa


Sembrerebbe una storia degna di Edgar Allan Poe, tipo il fantasma decapitato che tormenta i vivi, ma così non è. Stiamo infatti parlando della vera storia di "Mike the Headless Chicken", com’è conosciuto negli Stati Uniti, ovvero il pollo che visse per ben 18 mesi benché privo della propria testa.Il fatto ha dell’incredibile e si svolge il 10 settembre del 1945 a Fruita, nel Colorado. Destinato a diventare la cena di un agricoltore, Lloyd Olsen, Mike divenne invece la “gallina dalle uova d’oro” di quest’ultimo. Olsen, infatti, commise un errore nel tagliare la testa del pollo e, mentre la sua testa morì, il suo corpo restò in vita. La mattina seguente Olsen trovò Mike che dormiva con la sua "testa" sotto l’ala, come se nulla fosse, e visto che il pollo sembrava ben determinato a non morire escogitò un modo per nutrirlo. Mike fu quindi nutrito con una mistura di grano ed acqua versati direttamente nell’esofago mediante un contagocce.Era quindi chiaro che Mike fosse speciale. Olsen lo inviò all’Università dello Utah affinché fosse studiato. Alla fine gli inizialmente scettici scienziati decretarono che Mike era rimasto in vita poiché la lama dell’ascia aveva mancato la giugulare e un grumo aveva impedito che morisse dissanguato, e che comunque non aveva riportato traumi. Inoltre, nonostante la sua testa fosse conservata in un barattolo, la maggior parte del bulbo cerebrale e un orecchio restarono attaccati al corpo. Dato che la maggior parte dei riflessi di un pollo sono controllati dal bulbo cerebrale, Mike fu in grado di rimanere piuttosto “in salute”. Il pollo era infatti perfettamente in grado di stare in piedi e di girare come se nulla fosse accaduto, e continuò persino a crescere! Anzi, Mike riusciva a stare perfettamente in equilibrio ovunque si appollaiasse e riusciva anche ad emettere dei gorgogliii con la gola, anche se era buffo vederlo tentare di allisciarsi le penne con la sua testa inesistente.Come potete immaginare Mike divenne famoso e Olsen accettò la proposta di un'impresario e iniziò ad esibire il pollo in giro per gli Stati Uniti. A “Miracle Mike”, come presto fu ribattezzato, fu anche dedicato un articolo sulla rivista Life e la sua fama crebbe, al punto di far guadagnare a Olsen circa 4.500 dollari al mese, che nel 1945 non erano pochi.Purtroppo l’assenza della testa di Mike causava accumuli di muco che lo portavano a soffocare. Olsen escogitò un modo per rimuovere il muco mediante una siringa. Ma un giorno tutto finì. Al ritorno da un tour con Mike i coniugi Olsen si fermarono in un motel a Phoenix. Quella notte udirono Mike soffocare ma si resero conto di aver lasciato la siringa nella loro precedente sosta e non poterono fare nulla per salvarlo. Purtroppo questa volta il povero Mike morì sul serio.Ma la storia ha un seguito: infatti dal 1999 la città di Fruita celebra una giornata dedicata al pollo “decollato", in onore di uno dei suoi più celebri cittadini. Per saperne di più potete visitare il sito web ufficiale di Mike all'indirizzo http://www.miketheheadlesschicken.org/.

giovedì 5 febbraio 2009

Festività Celtiche

Mi sembra doveroso, inserire un breve quadro riguardo le festività, diverse dalla canoniche cristiane e ricordarne altre: quelle Celtiche.
Quello celtico è un complesso esempio di calendario luni-solare, adatto sia all'uso quotidiano sia all'uso liturgico.
Appartenenza alla Natura: scoprirai che il ciclo annuale dei Celti e di tutte le tradizioni native (nativi americani, amerindi, australiani, etc.) viene scandito con rituali e feste appropriate alla stagione che si sta attraversando, armonizzando così con il Grande Ciclo della Vita da sempre presente in natura.
Metà Oscura e Metà Chiara
Il calendario celtico si suddivide in due semestri: uno “invernale”, collegato all’inizio della Metà Oscura dell’anno, e l’altro “estivo”, collegato all’inizio della Metà Chiara. Anche i mesi celtici iniziavano con ATENOUX, la Metà Oscura, che rappresenta il Rinnovamento. Per gli antichi Celti il giorno iniziava al tramonto del sole, ecco perché troverai segnalate le celebrazioni sempre “a cavallo” fra due giornate.
Le quattro grandi Festività celtiche
I Celti celebravano quattro grandi festività annuali legate ai cicli della Natura e alle sue stagioni: Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh. Erano chiamate anche «Feste del Fuoco» perché in queste occasioni avveniva l’accensione di un fuoco druidico rituale. Consistenti tracce di queste antiche celebrazioni si ritrovano nella cultura popolare e contadina di tutta Europa e si celebrano in varie forme ancora oggi.
Halloween - Samhain
Oggi, con Halloween, conosciamo solo la veste giocosa e commerciale di una festività sacra antichissima: Samhain (da sam-fuin = fine dell’estate). Per i Celti questa festività segnava il Capodanno Celtico, importante momento di passaggio nel calendario agricolo e pastorale, legato al ciclo delle stagioni. Proprio in questo periodo dell’anno la terra ha dato i suoi frutti e si prepara all’inverno: i rituali celtici prevedevano il ringraziamento per il raccolto e la preparazione spirituale al ciclo successivo (semina). A Samhain si aprivano le porte fra il Regno dell’Aldiqua e l’Altromondo, un “aldilà” territorio del fatato, del divino e residenza dei defunti. Nella notte di Samhain secondo la tradizione celtica cadevano le barriere: vivi e morti potevano passare dall’uno all’altro dei due Regni.Dalla tradizione celtica attingono molti riti e usanze del folclore oggi dedicati ai Santi e ai nostri defunti. Halloween prende infatti il nome da “All Hallows’ Eve” (la sera della vigilia, eve = vigilia), e si festeggia nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre. In questa occasione ci si prepara alla festa cristiana di Ognissanti, che cade il 1° novembre, e alla giornata dedicata ai Morti del 2 novembre.
Imbolc
Sappiamo che l’anno celtico era diviso in due metà e le due “porte” della natura (rappresentate da Samhain e Beltane) introducevano rispettivamente alla parte oscura dell’anno e alla parte luminosa. Imbolc, che per tradizione si celebra nella notte fra il 31 gennaio e il 1° febbraio, scandisce il tempo intermedio fra buio e luce, è una fra le quattro festività principali dei Celti e celebra ritualmente l’arrivo della primavera.La scelta del freddo e ghiacciato febbraio come inizio della primavera si spiega con le concezioni spirituali più profonde degli antichi Celti, per i quali ogni cosa iniziava nell’oscurità e veniva generata nei luoghi più intimi e nascosti, nel ventre profondo della Dèa. Lo spirito vitale della primavera si accende infatti in segreto mentre l’inverno, con il suo manto di freddo e di neve, ancora copre la terra. C’è un proverbio – “sotto la neve pane, sotto la pioggia fame” – che illustra molto bene lo stato di maternità della natura in questo periodo: i semi stanno per germogliare sottoterra, la pioggia a causa delle gelate potrebbe comprometterli o distruggerli, la coltre di neve invece funge proprio da coperta e protegge i piccini, che pian piano iniziano a nascere nel grembo di Madre Terra. Come nella terra, anche nello spirito umano germoglia la corrente vitale e la speranza e ci prepariamo per accogliere il risveglio della natura.
Beltane
C’è chi la chiama Beltane, chi Bealtain o Beltaine, nell’est europeo viene chiamata Beltine. Nota come il Calendimaggio del folklore, i pagani la chiamano anche Walpurga oppure, nei Paesi anglofoni, May Day (Giorno di Maggio). Qualcuno la celebra nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, questo perché i Celti salutavano il giorno nuovo a partire dal tramonto del sole. Per la tradizione popolare più comune e diffusa il giorno del 1° maggio è la data fatidica.
Il tempo della fine dell’inverno: Per le popolazioni celtiche Beltane segnava il tempo della fine dell’inverno e l’inizio della metà luminosa dell’anno, ed era la grande festività dedicata ai riti di fertilità e alla propiziazione dei futuri raccolti. In antichità per Beltane si spegnevano tutti i fuochi dentro le case, si preparava un grande falò rituale e con la sua fiamma si riaccendevano i fuochi domestici. Era, quello, il sacro fuoco di Bel o Belenos, importante dio celtico con attributi solari che si associa all’Apollo classico – “bel” significa “brillante” e porta la stessa radice di Belisama, la Sublime Dea “molto luminosa”. Lo ritroviamo nelle Gallie, in Britannia e in Irlanda, prende anche i nomi di Beli e Bile – quest’ultimo in gaelico significa «grande albero sacro» e nella tradizione popolare, proprio per l’occasione, si innalza il Palo del Maggio adornato da strisce di stoffa colorate.
Festa di Lughnasad: la Festa del Grano
Grazie alle feste celtiche oggi stiamo imparando a riappropriarci della dimensione magica del tempo, così come veniva vissuta negli antichi rituali pagani, per ritrovare le nostre lontane radici spirituali e comprendere miti, simboli, tradizioni, leggende, festività in relazione ad alcuni fondamentali momenti di passaggio dell'anno.In Agosto ricorre la festività celtica e pagana di Lughnasad, una festa di ringraziamento per il raccolto che viene chiamata anche “Festa del Grano”.“Lughnasad” (che troviamo scritto anche come “Lughnasadh” o “Lughnasa”, e in Irlandese moderno “Lúnasa”, il nome gaelico del mese di Agosto) è una festività che la tradizione celebra indicativamente il 1° Agosto. Questo è il periodo del raccolto dei cereali per i paesi celtici del nord Europa, dove la maturazione avveniva più tardi. Lughnasad era una delle quattro feste principali della religione celtica, l’ultima grande festività del calendario e il suo nome significa “commemorazione o assemblea di Lugh”. Secondo la tradizione dedicata a Lugh, il dio del Sole della mitologia celtica. Lugh viene chiamato con gli attributi onorifici di Lamfada, «dal Lungo Braccio» (una rappresentazione del raggio solare) e Samildánach, «dalle molte arti». Venerato poiché abile in ogni arte conosciuta, di cui è anche divino ispiratore, in questa particolare festa era celebrato come distributore di ricchezze. Per i popoli antichi queste ricchezze erano cibo per tutti, il “pane quotidiano”.
Fonti:

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